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Le regole del rugby, viste dal carcere

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Una lezione preziosa ci arriva da dentro le mura di un carcere minorile. Il rugby appreso e spiegato.

Rugby Milano è presente all'interno dell'Istituto Penale Cesare Beccaria di Milano da più di un decennio, settimana dopo settimana. Questa lunga esperienza è fatta di incontri preziosi.

Per i ragazzi detenuti si tratta di sperimentare una pratica fatta di divertimento, motricità e regole tipiche del rugby.

Il senso? Crescere nella condivisione, nell'appartenenza, inparando a gestire forza e aggressività.

I risultati sono regali. Come questo 'manuale',  scritto da un giovane rugbista del Beccaria, che pubblichiamo qui.  

 

PRIMA REGOLA:

Il passaggio. Con le mani, ma solo indietro, perché avanti è troppo facile e banale, perché da solo non vai da nessuna parte, perché hai sempre bisogno di qualcuno che ti segua, ti sostenga, ti aiuti. Avanzare, ma insieme perché il significato della squadra, il senso della solidità e della solidarietà, il valore dei sentimenti, stanno indietro.

SECONDA REGOLA:

Il fuorigioco. Sono in fuorigioco tutti quelli che si trovano davanti alla linea immaginaria determinata dal pallone, quella che passa al centro del pallone e che non può essere superata, a ribadire che il rugby è un gioco di squadra dove si attacca e si difende tutti insieme.

TERZA REGOLA:

Obbedienza. Che è silenzio, accettazione, condivisione. Ogni volta che protesti fai perdere 10 metri ai compagni, alla squadra, alla battaglia, ogni volta che commetti che commetti un’infrazione è come se infrangessi la storia di uno sporte lo spirito di un gioco nati per insegnare l’obbedienza, fondere il rispetto, costruire caratteri, aiutare ad uscire da se stessi e rivelarsi.

Le altre regole si imparano strada facendo, campo calpestando, terra conquistando. Senza fretta. Guardando, osservando, studiando. Dandole e prendendole. Imitando, copiando, ispirandosi. Il rugby predica come dovrebbe essere la vita.

Ma c’è un altro aspetto da tenere ben chiaro: il rugby è uno sport fisico. Il contatto non viene sanzionato, ma è previsto, dichiarato, voluto, riconosciuto, premiato. Il placcaggio è un’arte, ma dedicata, riservata esclusivamente a chi detiene l pallone.

FORZA, NON VIOLENZA. AGGRESSIVITA’, NON CATTIVERIA. POTENZA, NON PREPOTENZA.

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